Per San Martino, ogni mosto diventa vino
Venerdì
11 novembre presso la ex scuola elementare di contrada SS. Salvatore
a Chieti,
Lu Ramajette
che fa parte del Laboratorio Tradizioni d’Abruzzo, ha festeggiato
l’inizio del nuovo ciclo annuale delle attività.
Lu Ramajette
è un’associazione che ricerca, pratica e ripropone le tradizioni
popolari dell’Abruzzo. Il significato del nome rappresenta uno
speciale mazzolino di fiori di campo raccolti nel mese di
Giugno che viene regalato ad una persona alla quale si vuole
particolarmente bene, per proporle di divenire compare oppure
comare. Se la persona gradisce questo legame si diventa compari
di fiori, chiamato anche compari di S. Giovanni. Lu Ramajette si
regala la sera della vigilia della celebrazione della nascita di
Giovanni Battista il 24 Giugno e poi nel giorno di S. Pietro e
Paolo, il 29 Giugno.
Non a
caso la scelta dell'inizio delle attività è caduta su questo giorno,
11 Novembre festa di San Martino di Tours, sia per ricordarlo e sia
per i cibi di questo periodo,ad iniziare dal vino, alle castagne, ai
balli, tutto secondo la tradizione. Alle ore venti, accompagnati
dall'atmosfera di una pioggerellina autunnale, una cinquantina di
amici ci siamo ritrovati in questa ex scuola per dar inizio alla
“festa dell'abbondanza”,tutto rigidamente riscoperto e
tramandato. Abbiamo iniziato ad assaporare e gustare le cibarie
offerte. Cominciamo con, lu pane onto, lu formagge pecurine
fresche e la frittate con scarole e candite. Poi, le checocce
nghe' le patane e bastardune e la pizza di grania.A seguire le
mattarielle e fasciule con le arevoteche.Per mandare giù queste
prelibatezze ci bagnavamo il palato e la gola con un ottimo vino
novello.
Il vino novello, spiega l'enologo Lino Carparelli, si produce nel
rispetto di antiche tradizioni vitivinicole secondo un processo di
vinificazione il cui risultato è un'armonia di profumi e di sapori.
Prima della spremitura, grappoli scelti sono sistemati con
accuratezza, per evitare la rottura dei chicchi, in contenitori
chiusi e carichi d'anidride carbonica. I chicchi subiscono così una
particolare fermentazione che porta alla diminuzione dell'acido
malico. Successivamente, si procede alla spremitura. Il risultato è
un
vino morbido, profumato,
fruttato e di colore rosso brillante,
che va bene con carni rosse, bianche, formaggi e persino con il
pesce.
Nella
festa non possono mancare i dolci!
La
cicerchiate, li cazzune, la crostata con la marmellata d'uva (scrucchiata).
Prima
dell'inizio delle danze e della faticosa quadriglia, meglio “cacciar
dentro” qualche altra caloria, le cice mbrunite e le fave
lesse. Peccato, si fa per dire, che per mandarli giù ci vuole
parecchio vino. Iniziamo a cantare accompagnati dai du botte,
tamburelli e lu vurre vurre. L'ambiente è caldo ed iniziano il
balli, la quadriglia. Stanchi, occorre un po' di riposo e
l'amico Francesco Stoppa, con diapositive ed una attenta relazione,
ci illustra la storia di San Martino. Ricominciano le danze, però le
ore trascorrono velocemente e qualcuno abbandona..., ma prima di
tornare a casa c'è un'altra dolcezza, le caldarroste,
sistemate dentro lu cuoppe.Per la verità la castagna non fa
parte della tradizione in quanto è un alimento importato. Nelle
campagne non si trovano gli alberi di castagno per cui le castagne
venivano sostituite dalle fave e ceci.
Inutile
ricordare che occorre altro vino. Bella serata in un ambiente
ospitale – vivace – festoso – affettuoso – caloroso - saporoso
stuzzicante - familiare. Penso di fare cosa gradita spiegando il
dialetto dei cibi, in italiano:
Checocce
nghe' le patane e bastardune.
E'la
zucca con le patate ed i peperoni seccati appesi.
La pizza
di grania.
La pizza
fatta con la farina di mais, ( marrocche).
Le
mattarielle e fasciule con la arevoteche.
La
Mattariella è una salsiccia fatta con lo stomaco del maiale.
Posso confermare che era la prima volta che le mangiavo e sono di
una bontà indescrivibile.
L'arevoteche
è la pizzella di pane lievitato e fritto.
La
cicerchiate
è un dolce conosciuto e molto calorico con l'aggiunta di miele per
legare i chicchi d'oro.
Li
cazzune
è un dolce fatto con le patate a forma cilindrica, fritta e guarnito
con lo zucchero.
La
scrucchiata
è la marmellata di uva nera, il montepulciano d’Abruzzo, senza
aggiunta di zucchero.
Le cice
mbrunite
sono i classici ceci abbrustoliti.
Lu
cuoppe
è la carta gialla che serviva per impacchettare gli affettati e gli
alimenti sciolti acquistati nei negozi di alimentari. Molto
raffinato è stato realizzare questi coni e metterci dentro le
castagne.
La
cornucopia
è il
simbolo della fertilità e abbondanza riempito di frutti e fiori. Il
significato letterale viene dal latino cornu (corno) e
copia (abbondanza). E' un cesto a forma di corno riboccante di
frutta e fiori. E' stato realizzato dall'associazione e sistemato
all'ingresso della scuola come indice augurale.
Non
posso dimenticare di parlare di San Martino. Fonte: Web
Martino in latino Martinus = piccolo Marte,in onore di Marte, il dio
della guerra.
San Martino di Tours
fu uno dei santi più popolari dell'Europa occidentale, tanto che
molte chiese e parecchi comuni presero il suo nome. E' considerato
il patrono dei soldati e la sua festa si celebra l'11 novembre.
La tomba del
santo si trova nella cripta della basilica di San Martino, a Tours,
comune della Francia, punto di partenza per la visita dei famosi
Castelli della Loira.
Varie tradizioni si legano a questo santo.
Una meteorologica:
la cosiddetta estate di S. Martino, cioè quei giorni prossimi alla
festa in cui la temperatura è più alta di quella autunnale a causa
di «histrane movenzje hastrali».
E' famosa la leggenda dell'estate di San Martino che dal
punto di vista meteorologico corrisponde ad un periodo particolarmente
mite. Narra la leggenda che quel santo incontrando un viandante
infreddolito aveva tagliato il suo mantello in due per dividerlo con
l'amico, e poi venne ricompensato da Dio con una bella giornata di
sole.
Una agiografica:
A Sand Martine, le corna ’nzine, detto che ricorda come questo santo
sia il protettore dei mariti infelici, e ciò – secondo la leggenda –
a causa d’una sua sorella a cui piacevano non poco i giovanotti e
che Martino, per controllare a vista, voleva sempre con sé anche
durante le predicazioni, tanto da trasportarla sulle spalle se lei
si stancava di camminare. Ma una volta la sorella chiese al santo
che aveva urgenza di appartarsi dietro ad una siepe per “sbrigare
un bisognino”. Dietro la siepe c’era un bel giovane a cui la
donna aveva dato appuntamento. E consumarono l’incontro. Dopo
qualche
tempo, Martino, con la sorella sulle spalle, cominciò a sentire un
peso sempre più gravoso perché quella ingrassava. Infine s’accorse
che stava per diventare zio. Per questo motivo il santo simboleggia
chi è costretto a sopportare i tradimenti.
La festa
di questo santo l’undici novembre è
associata a una particolarissima festa detta “Processione dei
cornuti” che è un vero e proprio residuo del Baccanale e delle
feste della fertilità:
auguri a
tutti coloro che sono cornuti, a tutti coloro che lo sono e non
sanno di esserlo, a tutti coloro che lo sono stati, a tutti coloro
che lo sono stati senza saperlo,
in pratica....AUGURI A NOI TUTTI!!!
Secondo un’altra ipotesi, anticamente si celebravano, proprio a
novembre, 12 giorni di sfrenata festa pagana, di tipo carnevalesco,
durante i quali avvenivano spesso gli adulteri. I mariti traditi
venivano fatti oggetto di scherno e di una vera caccia, sia pur
simulata, nella quale essi dovevano interpretare il ruolo del cervo,
animale dalle ricche e ramificate corna.
Le corna
adornano sia la fronte degli dei (es. Giove; Ammone
rappresentato con la testa di Giove e le corna di ariete; Efesto,
ridicolmente zoppo e cornuto), che degli eroi,ad es. Mose’
- talvolta anche dei santi cristiani (San Ronan, a
Carnac, in Francia). Le corna simboleggiano potenza, luce (nella
tradizione giudeo-cristiana), aggressivita’- mentre il “corno
dell’abbondanza” nella tradizione greco-romana e’ simbolo di
fecondita’ e felicita’.
Molti guerrieri in varie contrade indossavano elmi con le corna.
Da tanta importanza nella tradizione popolare, le corna
successivamente sono decadute a indicare la vittima del tradimento
erotico. A rigore di termini il “cornuto” dovrebbe essere l’altro,
chi tradisce..., (essendo le corna simbolo tra l’altro di potenza
virile). La tradizione enologica:
San Martino ogni mosto diventa vino, proverbio che spiega come in
questo periodo, dopo la raccolta e la spremitura delle uve, nasca il
novello nettare di Bacco.
Esiste anche un San Martino che si venera in Abruzzo. Era un
eremita.Nella
tradizione abruzzese San Martino è il protettore del vino e si narra
una leggenda sulla sua vita per spiegare questa attribuzione. La
figura del santo non ha niente a che vedere con il Santo venerato
dalla chiesa, ma è una figura che ricalca in modo impressionante
quella di Bacco. Nella mitologia classica dal corpo di Bacco ucciso
spunta la vite e questo è anche il punto centrale della figura di
San Martino nella leggenda. Concludo questa “recensione -racconto”
con la tradizionale poesia di Giosuè Carducci
“
San Martino”
La nebbia a gl’irti colli
Piovigginando sale,
E sotto il maestrale
Urla e biancheggia il mar;
Ma per le vie del borgo
Dal ribollir de’ tini
Va l’aspro odor de i vini
L’anime a rallegrar.
Gira su’ ceppi accesi
Lo spiedo scoppiettando:
Sta il cacciator fischiando
Su l’uscio a rimirar
Tra le rossastre nubi
Stormi d’uccelli neri,
Com’esuli pensieri,
Nel vespero migrar.
Giosuè Carducci |
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Questa poesia rievoca in molti di noi le “sagre festose”, il
folklore, la tradizione realizzati con il vino novello, le
caldarroste, il pane con l'olio nuovo e riaccendendo bei ricordi.
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