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UNA ESCURSIONE STRANA CAPITANO TUTTE A ME


Il caldo, l’aria calda, l’alta umidità, sono presupposti che allontanano l’escursione in montagna, a meno che non si trova un percorso che si sviluppa in gran parte nel bosco e con acqua sorgiva. Questo sentiero esiste, è il sentiero F1 che inizia dalla Piana delle Mele CH (930 m), Parco Nazionale della Majella. Anche se è ripetitivo, se fai attenzione, ci trovi sempre un qualche cosa di nuovo. Infatti alla GROTTA DELLE VACCHE, un fannullone, per non chiamarlo con un sostantivo più colorito, ha rubato la targa che era presente sino a poche settimane fa, all’ingresso della grotta. Costui … si sentirà realizzato per questa bravata? Lo appenderà fra i… vari trofei, a casa sua? Lo venderà a qualche mercatino? “La stupidità umana non ha limiti”! Ho esplorato la zona nella speranza di trovare la targa nell’erba alta…INVANO! Per arrivare al Campanaro (1487 m), ho preferito fare un anello, percorrendo un antico sentiero pastorale, dove si trova questa grotta, che è più breve, ma più ripido del sentiero F1. Dalla Valle delle Monache (1086 m) si segue il sentiero della cascata di San Giovanni F5 e dopo un centinaio di metri, si gira a destra, (c’è una indicazione) per la Grotta delle Vacche (1325) m) e il Campanaro (1487 m). Dissetatomi 

 

con l’acqua sorgiva, mi incammino verso valle, ma le cose insolite … continuano… Alla Valle delle Monache c’è un bel rifugio gestito da una associazione privata. Era ora di pranzo e c’era una tavolata apparecchiata per una ventina di ospiti. Arrivare a questo rifugio in macchina, bisogna essere muniti di una chiave per aprire il lucchetto e sollevare la sbarra all’inizio della carrareccia che parte dalla Piana delle Mele. C’erano una decina di vetture parcheggiate sulla  carrareccia, ma un SUV, ha scelto di arrivare a pochi  metri dall’ingresso del rifugio. Il proprietario, che pensava di non incontrare nessuno, lo ha immediatamente spostato dove erano parcheggiate le altre vetture. Incredulo, seguito a scendere a valle ma, poco prima della sbarra, dove c’erano tante persone sdraiate a godersi il fresco, una persona stava alimentando un braciere con i tizzoni accesi. Gli ho fatto presente che era vietato e poteva procurare incendi. Invece di spegnere il fuoco mi ha risposto… non preoccuparti… infatti me ne sono andato! Purtroppo anche la sentieristica è ridotta male, sia per le tante scorciatoie che gli escursionisti … veloci, hanno creato e sia per le mountain bike. I profondi solchi, causa pioggia, si stanno 

 

allargando, l’acqua penetra e procurerà sempre maggior danno! È bastato un acquazzone per trascinare sul parcheggio una chiazza di breccia. Non finisce qui, perché mentre camminavo, ho cercato di indovinare il motivo della scelta dei colori impressi sulla tabella segnavia, di un’altra segnaletica verticale, diversa da quella approvata dalla Federparchi. Invece della punta rossa, la coda a bandiera ROSSO – BIANCO – ROSSO e nello spazio bianco il numero del sentiero, la PUNTA È BIANCA. Inoltre, invece del tempo per raggiungere la destinazione, ci sono i chilometri. Certamente è una segnaletica per ippovia!? Però, quasi nascosto, sullo spessore della coda in legno, ci sono i colori della federparchi…, ma con la sequenza diversa…BIANCO ROSSO BIANCO. Questa sequenza è identica alla segnaletica che ho trovato in Svizzera, nel Canton Ticino. A tal proposito si può affermare questo proverbio “TUTTO IL MONDO È PAESE…”, che tradotto, significa che l'umanità ha molto in comune

 

 

 

 

 

 

 

 

 


                                            • Tempo di percorrenza: 3 ore senza soste  • Difficoltà: E  • Lunghezza: 9.5 km  • Dislivello totale: in salita 550 m

 

Luciano Pellegrini: agnpell@libero.it   Cellulare: +393404904001


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