LA GROTTA DI SAN GIUSTINO
popolo di Chieti che lo convinse ad accettare la nomina a vescovo della città. La leggenda racconta che alla morte del vescovo di Chieti, (anno 350), il clero e il popolo non si misero d’accordo per scegliere il successore, ma alcuni cittadini anziani, si ricordarono di un giovane che scelse l’eremitaggio… dove trovarlo? Parlarono con la sua governante che all’inizio non volle rivelare il nascondiglio di Giustino, ma alla fine, sulla loro insistenza, fece il nome. Le persone si recarono a Roccascalegna, ma non trovarono la grotta. La fortuna volle che incontrarono un pastore al quale chiesero se conoscevano una persona, un eremita, che doveva stare nei dintorni. Il pastore raccontò che una persona l’aveva guarito e indicò il luogo. Immediatamente si incamminarono verso questo posto e… trovarono Giustino. Gli fecero la proposta, ci pensò… accettò e tornò a Chieti. Nel mese di novembre 2015, io e l’amico Peppino Pezzulo abbiamo messo in azione l’intenzione di andare a trovare la grotta… Dopo aver raccolto informazioni dalle persone, intervistate, abbiamo individuato il posto. Ci sono stati vari tentativi infruttuosi perchè il territorio era impenetrabile. Solo rami, rovi, nessuna traccia, inoltre il terreno era franoso e scivoloso. Due residenti di Roccascalegna, Costantino Cianci e Cosimo di Loreto, sono stati molto utili alla nostra ricerca. Cosimo ci ha raccontato che, quando andava a scuola, percorreva una strada sterrata che passava nelle vicinanze
della grotta. Ci ha inviato una foto… (scattata immagino dal Monumento in memoria dei Minatori, un posto panoramico di Roccascalegna), dove si notava un buco sulla rupe di fronte, dove Giustino scelse di fare l’eremita. Considerato che da soli non potevamo andare avanti e l’impegno richiedeva più forza di braccia, abbiamo chiesto all’amico Antonio di Caro se voleva unirsi a noi. Dopo altri tentativi abbiamo individuato un possibile solco per raggiungere la grotta, ma bisognava quasi arrampicarsi su un pendio pieno di piante di fichi d’india. Alla fine la nostra testardaggine ha avuto il giusto riconoscimento. Ci siamo attrezzati anche con una zappa e pur con gli abiti, le scarpe, le mani, le gambe, pieni di aghi di questa pianta e quindi soffrenti, siamo arrivati al buco. L’ingresso, causa frana e difficoltoso entrarci, è stato diviso in due aperture, con accumulo di terriccio. Strisciandoci sopra, siamo entrati all’interno con la speranza di trovare un indizio … della vita di questa persona. C’è un muretto a secco che sembra un tavolo, un tramezzo, un… ma bisogna scavare. La grotta ha una lunghezza di circa 4 metri, una profondità di circa tre metri, l’altezza certamente non è inferiore a due metri, quindi una bella grotta abitabile. C’è da parte nostra soddisfazione, anche se la domanda è… sarà vero? Per facilitare le nostre prossime visite, abbiamo recuperato un sentiero più agevole per arrivarci. Ora inviteremo le autorità se vogliono liberare la grotta dal terriccio della frana per verificare se c’è un qualcosa di interessante. San Giustino farà un altro miracolo? Sarebbe il 19º diciannovesimo! |
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