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Il Monte Genzana (2170m) è compreso nella Riserva naturale protetta del Monte Genzana e Alto Gizio, istituita nel 1996, ventidue anni fa.
 


 

Con alcuni amici del CAI di Lanciano (CH) e Guardiagrele (CH), decidiamo di metterci in movimento da Frattura AQ (1307 m), un borgo dove risiedono quarantotto abitanti. Frattura deve il suo nome ad una spaccatura generatasi in epoca preistorica dal Monte Genzana, che sbarrò il fiume Sagittario e formò il lago di Scanno. In questa frattura si costruì Frattura Vecchia (1260 m), che fu abbandonato dopo il terremoto della marsica del 13 gennaio 1915. Dell'antico abitato rimangono oggi dei ruderi.

 

(Arrivare a Frattura è semplice, per chi proviene dall’autostrada A25, si esce a Cucullo AQ, seguire il cartello Anversa degli Abruzzi AQ e immettersi sulla SR 479 (LE GOLE DEL SAGITTARIO). Superato il LAGO DI SCANNO, girare a sinistra al cartello stradale FRATTURA). Parcheggiata la vettura alla fine dell’abitato, l’escursione inizia dalla carrareccia, che bisogna percorrere per circa sei chilometri. Poi, ad intuito, si inizia a salire seguendo le tracce di animali al pascolo. Il problema è che la segnaletica è quasi inesistente. Il lungo itinerario con tanti saliscendi, inizia ad OVEST, ci dirigiamo a SUD/EST, poi NORD/EST sino allo STAZZO GENZANA (1860 m), per proseguire verso NORD/OVEST sino all’anticima (2040 m). Infine per raggiungere la vetta, a Nord, un pezzo molto ripido. Sul percorso si incontrano due fonti. Fonte Malvascione (1550 m) e FONTE GENZANA vicino allo stazzo. Qui la fatica inizia a manifestarsi, superato l’ultimo colle, (2083 m), si vede la cima. Si scende, il terreno diventa roccioso, si riprende fiato prima di fare l’ultima salita. In linea d’aria dista circa cento metri. Sulle nostre teste volteggia un rapace non ben identificato. Dalla vetta del Monte Genzana, che si sviluppa fra le Valli del Tasso, del Sagittario e del Gizio, è possibile godere un panorama da mozzafiato, con vedute sul Gran Sasso, Maiella e Porrara, il Velino Sirente, il Monte Terratta, la Conca del Fucino, il Piano

delle Cinque Miglia, la valle Peligna, gli impianti di Monte Rotondo di Scanno, il Monte Pratello, il Monte Greco, Passo Godi, il Monte Rotella, il Monte Pizzalto, il Monte Marsicano, la Montagna Grande, Pacentro AQ ,Castrovalva AQ sullo sperone a picco sulle Gole del Sagittario e tanti altri paesi. Ci accompagna sempre il Lago di Scanno a forma di cuore. Il panino lo abbiamo mangiato tornando indietro e fermandoci sul terrazzo roccioso. Osservando le rocce, mi ha incuriosito una figura… un viso… Una scultura precisa … la testa – la fronte – il perfetto naso aquilino – la bocca – il mento – il collo – la pancia… Il suo sguardo è rivolto verso la cima, come per custodirla. Purtroppo accanto alla croce, è stato istallato un ripetitore ed una cabina con i pannelli solari. È ovvio che per fare la manutenzione a questo impianto, il personale non ci arriva a piedi, ma con la vettura che ha creato solchi sul terreno. È l’inizio del dissesto idrogeologico. Questo è il prezzo da pagare se vogliamo utilizzare la tecnologia. Purtroppo il versante orientale del Monte Genzana è ridotto in pessimo stato, per la presenza di numerose strade sterrate, dove è possibile avvistare SUV, fuoristrada, moto, mountain bike. Ho ammirato per molto tempo questa figura, riflettendo, emozionandomi e sono rimasto ammutolito, attratto da tanta bellezza. Mi sono chiesto chi ha realizzato questa opera. - La risposta è… PANTOCRATOR, sostantivo greco che significa… COLUI CHE PUO’ TUTTO! L’ONNIPOTENTE!



Il tempo trascorre in fretta, le giornate sono corte, per abbreviare il percorso di ritorno, abbiamo tagliato per i prati, quindi l’arrivo alla vettura, stanchi ma contenti.
P.S. Per il rilevamento del percorso è stato utilizzato l’APP GeoResQ. Per i soci CAI è gratuito e fra le tante funzioni è fondamentale l’allarme, per la richiesta di soccorso, che viene inoltrato alla centrale operativa con la propria posizione geografica. Il servizio è gestito dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) e promosso dal Club Alpino Italiano (CAI).
N.B. Interessante è conoscere la leggenda che ci racconta perché il LAGO DI SCANNO ha la forma del cuore. - Era inverno e faceva molto freddo. Un mercante, che si spostava con un carretto trainato da un asinello, voleva raggiungere Scanno per vendere i suoi prodotti. Dopo diverse peripezie per il freddo e la neve, gli apparve una pianura con un prato verde e i fiori, come fosse primavera. Questa immagine durò poco, perché nuovamente un forte vento e la neve gli fecero perdere l’orientamento. Ecco che scorse in lontananza una luce provvidenziale ed appena la raggiunse, la tempesta terminò. Rilassato arrivò a Scanno, dove raccontò ai cittadini la sua avventura e li accompagnò nella pianura fiorita… ma era ghiacciata! Le persone gli fecero notare che quello che lui aveva attraversato non era un prato, ma un lago. Restò imbarazzato e indicò il luogo dove aveva visto la luce che lo guidò. Li c’era la statua della Madonna… quindi fu un miracolo. Per la forte emozione, il mercante cessò di vivere per un attacco di cuore. Quindi il miracolo e la morte per questo malessere, fecero prendere al lago la forma del cuore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Distanza: 20 km  Dislivello: 1050 m  Tempo: 7 h con soste brevissime   Difficoltà: E


 

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