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Un percorso di meditazione di ricordi di storia
 


Una spolverata di neve è sufficiente a cambiare il paesaggio. Il vento è forte e freddo, le nuvole basse. Per queste ragioni la scelta della escursione è sul sentiero G 2 del Parco Nazionale della Maiella, dalla località Balzolo di Pennapiedimonte CH (710m), sino alla Madonna delle Sorgenti. (1000 m). Si percorre la carrareccia della valle del Torrente Avella che è stata realizzata fra il 1967 e il1972 per manutentare i tubi dell’acquedotto congegnato nel periodo fascista, fra il 1924 e il 1927. Questa escursione raccomanda molte soste, per ammirare il panorama delle montagne innevate, dove svetta la Cima delle Murelle (2596 m), le grotte, il canyon, il bosco.

 

 

La strada che per secoli è stata fatta dai pastori e dai monaci, ha un suo fascino. Cerco di ricordare il nome delle grotte che incontro o individuo da lontano: Rùtte lu filarélle - filarello – il nome probabilmente deriva da uno solco scavato sulla roccia che serviva per incanalare l’acqua e riempire una vasca. Rùtte pennicciòle - pennicciola “piccola penna", Rùtte long - grotta lunga per il tetto molto lungo. Proseguendo il cammino, si vede la scultura naturale del coccodrillo, i Tre Cantoni, La Rùtte chitarr (chitarra), la Valle Cupa, la Valle Vastorano, la Grotta Nera sulla Montagna d’Ugni, la Valle dei “mammuccilli” perché dalla fitta faggeta spuntano dei piccoli torrioni isolati. La Rùtte malanotte, perché essendo di facile accesso, si pensa che serviva al pastore e al gregge per un riparo veloce notturno. La Rùtte de l’ardica … dell’ortica per la presenza di un prato di questa erba fastidiosa a contatto con la pelle.
 

 

 

La Rùtte de li Crìne – dei crini, dal greco separare, che si nota benissimo dalla carrareccia. È bellissima. Si racconta che i pastori portavano in questa grotta i capretti ed agnelli per svezzarli. Li mettevano negli scomparti chiamati in dialetto “li crìne”. Separati così dalla mamma e non nutrendosi più del loro latte, i pastori potevano iniziare la mungitura e produrre ricotta e formaggio. Nuovamente in marcia per arrivare alla meta, sulla sinistra, ben visibile, c’è un sentiero per scendere nel canyon e vedere la Valle di Selva Romana che si immette nella Valle dell’Avella. Questo posto è conosciuto come “lu macarùne de la pìle” – pozzanghera. Diverse volte ho utilizzato questa pozzanghera, per attraversare il torrente in sicurezza, se si sceglie di percorrere la traccia di sentiero che inizia dal ponte di Palombaro CH.
 

 

La Rùtte de la isacchèule a muràgne – “muragne perché esposta a nord e quindi con poco sole”. Per arrivare alla Madonna delle Sorgenti, la carrareccia attraversa un bosco molto fitto. È la parte più silenziosa del percorso. Sei immerso nella quiete assoluta e vieni accompagnato da un alternarsi di note, rumori, che zampillano dal torrente Avella, che ormai scorre quasi a livello della strada. L’acqua viene sbattuta fra le rocce, precipita con piccole cascate nelle vasche, resti abbagliato e incredulo dal colore dell’acqua color turchese. Ogni tanto il torrente si… nasconde sotto la terra ed ecco che, avanzando sull’alto tappeto morbido di foglie secche, l’accompagnamento sonoro viene sostituito con il caratteristico rumore delle foglie spostate… strofinate. Si arriva alla cappella della Madonna delle Sorgenti dove si uniscono il torrente Fràgariusse, “fragoroso”, (per il rumore che si propaga dalle alte cascate. Il torrente nasce nel Vallone delle Tre Grotte al Block haus), con il torrente Linaro (lena/legna) che nasce alle Gobbe di Selva romana. Questi due torrenti formano il torrente Avella. Una preghiera, il panino accompagnato dall’acqua fresca di sorgente e il ritorno al Balzolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dislivello  S/D 536 metri    Distanza  A/R 13Km      Difficoltà  E   Tempo 3.30 ore senza soste 
  

 

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